domenica 26 maggio 2013

IL PRIMO APPUNTAMENTO, I CONSIGLI PER LEI E PER LUI

 Il primo appuntamento per lei
Al primo appuntamento, soprattutto se si tratta di un cocktail o una cena romantica, prima di iniziare a parlare, il vostro lui guarderà come siete vestite. Gli uomini, si sa, hanno una vista molto arguta e sono attirati per prima cosa dall'aspetto fisico. Con questo non significa, che bisogna essere delle modelle ed avere a tutti i costi una linea invidiabile!
  • Ogni look trasmette personalità, stile e gusto 

La minigonna è sicuramente da evitare se non avete delle gambe belle. Non sta bene a tutte e se indossata al primo appuntamento, potreste passare per una donna superficiale.
Se avete un bel décolleté, potete metterlo in mostra ma senza esagerare. Una scollatura troppo osé attirerebbe lo sguardo del vostro interlocutore spostando l’attenzione dai vostri discorsi mandando un messaggio diverso da ciò che volete.
I jeans vanno bene se abbinati ad accessori molto femminili come top, camicie e bluse più particolari ed eleganti. Molto indicato, anche un bell'abito a tubino, tinta unita o a fantasia secondo i vostri gusti e la vostra silhouette.
Da evitare pettinature strane o troppo elaborate. Meglio un taglio semplice e una piega naturale.
Evitate di indossare scarpe scomode, ma tralasciando quelle da ginnastica. Per l’occasione è più adatta una calzatura maliziosa e femminile. Se non siete abituate a portare un tacco molto alto, evitatelo, rischiereste di sembrare impacciate e goffe, di soffrire con i piedi, oltre ad avere la possibilità di inciampare e cadere. Quindi via libera dunque a ballerine, sandali e a tutte quelle scarpe che vi permetteranno di avere un’andatura sexy e naturale.
Attenzione alla postura!
Ancheggiate nel modo appropriato, e ricordatevi che camminando dovete inviare anche dei segnali, pertanto, la testa deve essere alta, le spalle devono stare indietro, la schiena dritta e l’incedere deve essere principesco.
  • Come truccarsi? 

La maggior parte degli uomini preferisce un trucco acqua e sapone. Ciò non toglie che se avete delle occhiaie, sarà il caso di coprirle. Il make-up del vostro viso, dovrà essere comunque naturale, ma allo stesso dovrà tempo riuscire a camuffare gli inestetismi cutanei.
Armatevi di correttore, fondotinta e cipria o fard, ma non esagerate con le quantità. Scegliete creme idratanti colorate se non siete sicure del risultato, così da dare un po’ di colorito all'incarnato evitando gli eccessi. Se apparirete con un volto curato ma allo stesso tempo truccato leggero, farete la vostra figura e non metterete il dubbio che una volta struccate potreste essere irriconoscibili.
Per le labbra, scegliete un rossetto o un gloss che si adduca al vostro incarnato, al colore dei vostri occhi e al colore dell’abito. Evitate tinte troppo accese. Definite il contorno delle labbra con una matita dello stesso colore, e stendete il gloss o il rossetto. Sul rossetto, volendo, potete applicare anche un po’ di lucidalabbra.
Per dare un tocco di luminosità al vostro sguardo, potete optare per l’ombretto da applicare sulle palpebre seguendo gli stessi accorgimenti di sopra. Anche in questo caso, usatelo con sobrietà.
Se i vostri occhi sono piccoli, passate una matita per definirli e ingrandirli senza esagerare. La linea deve essere leggera. Attenzione anche al colore. Per finire, una passata di mascara nero.
Curate le mani e i piedi. Usate una buona crema idratante. Evitate di lasciare unghie troppo lunghe e usate uno smalto che sia neutro o bianco latte se volete sembrare più semplici e raffinate, o colorato se volete apparire più sexy e sofisticate.
Usate un buon profumo ma senza esagerare!
  • Come comportarsi?

Mentre vi dirigete verso il luogo dell’incontro, pensate anche a quali potrebbero essere gli argomenti della conversazione nel corso della serata.
Cercate di parlare del più e del meno, e soprattutto di voi ma senza annoiarlo. Evitate la politica: gli uomini possono innervosirsi quando si tocca questo argomento, essendo spesso rigidi nelle loro idee. Evitate anche di parlare di motori e calcio perché non essendo esperte rischiate di infilarvi in una conversazione a senso unico.
Parlate delle cose che amate come: genere di film, musica, ballo, sport che praticate, di come passate il vostro tempo libero: serviranno per farvi conoscere e chissà magari scoprire che avete interessi comuni.
Se vi considerate delle timide non abbiate paura a confessarlo, lui vi aiuterà e vi metterà a vostro agio.
  • Siate femminili

Attraverso il corpo si manifesta se si è o meno interessate o attratte dall'altro  Se accavallate le gambe, fatelo lentamente soprattutto se avete la gonna, e toccatevi i capelli mettendoli di lato scoprendo la nuca, farete sicuramente colpo! Evitate di parlare con la bocca piena, e state attente a non avere cibo sui denti.
Guardatelo dritto negli occhi mentre vi parla e sempre con attenzione! Sforzatevi di ridere alle sue battute così facendo, alzerete la sua autostima.
Infine, quando arriva il conto, non fate finta di niente: sicuramente, sarà lui ad offrirvi la cena, o il cocktail. Gli uomini apprezzano la donna che si offre di pagare la sua parte, al contrario, possono offendersi se vuole pagare tutto o se lei non fa il gesto, di ringraziare.
Se si offre di riaccompagnarvi a casa accettate il suo invito, è un gesto cavalleresco e sarà più tranquillo di avervi ricondotta a casa sana e salva. Lo stesso vale anche qualora foste andata all'appuntamento con la vostra auto, potrà comunque sco
rtarvi con la sua .
- Il primo appuntamento per lui
  • Look da bravo ragazzo ma misterioso 

Per un primo appuntamento con la vostra lei non è necessario indossare cravatta, camicia e giacca, soprattutto se non siete abituati a portarli: rischiereste di apparire “ingessato” in uno stile che non vi si adduce. Optare, invece, per una moda casual-chic.
Sì dunque ad una camicia classica su pantaloni classici o jeans. E se proprio volete indossare una giacca, sceglietene una dal taglio sportivo.
Puntate su un look da bravo ragazzo ma che sia anche un po’ misterioso, questo affascina e stimola nella donna l’istinto materno.
Non eccedete con la barba incolta o con il capello ribelle.
Evitate di utilizzare del gel, alle donne piace mettere le mani in testa e sentire i capelli morbidi e puliti.
  • Di cosa parlare?

Gli argomenti da affrontare sono davvero tanti. Parlate di come trascorrete il vostro tempo libero, evitando di soffermarvi su motori, calcio e politica. Non essendo preparata sull'argomento potrebbe annoiarsi e sentirsi a disagio.
Cercate di non parlare neppure delle vostre precedenti esperienze sentimentali. Se poi il discorso cade sull'argomento state attenti. Non elogiate i pregi delle vostre ex e nemmeno i loro difetti perché la vostra lei, potrebbe pensare che siete il tipo che parla delle sue esperienze intime con una certa facilità, cosa che una donna detesta. Siate discreti. Meglio omettere qualche particolare!
  • No all'eccesso di alcool

Un bicchiere di vino in compagnia va bene ma bere troppo, soprattutto liquori forti, rischia di rovinare l’atmosfera. Optate per un vino o un cocktail non troppo pesante ne per voi ne per lei.
Se vi mostrerete esperti di vino farete una bella figura, meglio non strafare però, perché rischiate di passare per un bevitore accanito.
Evitate inoltre, di offrirle troppi cocktail, perché potrebbe pensare che volete stordirla con l’alcool e avere secondi fini. Quando vi avrà conosciuto meglio, magari potrete offrile un bicchiere in più. Tra l’altro, dovendo guidare, è bene essere coscienziosi e prudenti.
  • Siate un gentleman

Se invitate una donna per un appuntamento galante, è opportuno che vi offriate di andarla a prendere.
Apritele la porta dell’auto, lasciatela passare avanti a voi quando entrate nel locale e spostatele la sedia quando vi mettete a tavola. Sono piccoli, ma importanti accorgimenti per conquistarla.
Al primo appuntamento evitate poi, di presentarvi con un mazzo di fiori, potrebbe pensare che lo fate con tutte. Al secondo appuntamento o al terzo, magari, potete donarle un piccolo fiore. Assicuratevi però di conoscere il significato di quello che state regalando.
Infine, fate sentire la vostra lei speciale, così facendo non potrà non innamorarsi di voi!

CONSIGLI PER GLI SDOLESCENTI

Amore consigli generali per gli adolescenti Uno dei consigli più importanti è quello di rimanere qui spensierato e godetevi la vostra relazione. Dato che sono nella tua adolescenza è importante che lei prenda piccoli passi quando si tratta di vostro rapporto. Non perdere attenzione su altre cose. E ‘bello se si è innamorati di qualcuno, ma questo non dovrebbe impedirvi di altri obiettivi che vi siete regolati per lei. Career è importante. Mentre in un affare mantenere i vostri obiettivi accademici importante. Questo è importante perché quando si è nei vostri anni dell’adolescenza accademicamente i tempi sono cruciali. Amore romantico consigli per gli adolescenti Dopo aver discusso degli aspetti gravi di amore adolescente che è giunto il momento per ottenere tutti romantico e sdolcinato. È possibile leggere i consigli d’amore adolescenti indicati di seguito e seguire quelli che si ritengono importanti. Essere casual e leggero: essere casuale, semplice e amante del divertimento con il vostro partner. Non fare troppo sul serio e dare il vostro partner alcuna pressione. Fare piani per incontrarsi, andare per i film, il pranzo e le altre uscite e hanno un grande momento insieme. Hanno meno aspettative: Il modo migliore per mantenere il vostro amore sano è quello di avere meno aspettative. Sappiate che voi la gente è giovane e sono solo di arrivare a conoscersi meglio. Focus sulla spesa per momenti buoni e al presente. Abbi cura di te: Si dovrebbe sempre prendere cura di te. Cose semplici come vestirsi bene e il regime di salute vi renderà ancora più attraente per il vostro partner. Non farti mai mancare a se stessi. Quando si prende cura di voi stessi il vostro partner si prende cura di te. L’amore Consigli economica per gli adolescenti Questa è una delle parti più cruciali. Quando si è in amore e poi si deve prendere cura delle uscite, film, regali e simili. Poiché siete nei vostri anni dell’adolescenza non si sarebbe avere i soldi enormi a vostra fine. Pertanto si consiglia di seguire alcuni consigli d’amore importanti e pianificare di conseguenza. Abbiamo suggerito le seguenti linee guida economiche per gli amanti amore: - Provate e olandese il disegno di legge spesso. Questo è anche un modo sano di mantenere un rapporto equilibrato. Condividere il disegno di legge contribuisce a ridurre lo stress da un’estremità. Per quanto riguarda i regali non andare all appariscente e costoso. Prendi qualcosa di semplice ea prezzi ragionevoli. È quindi possibile personalizzarlo secondo la vostra scelta. Sarebbe bene se fare qualsiasi tipo di lavoro a tempo parziale. Mentre la spesa salva una parte della paghetta. Sarebbe utile più tardi, quando si vuole dare il vostro partner alcun regalo a sorpresa. Questi sarebbero alcuni dei consigli d’amore facile per i ragazzi che sono sempre utili. 

venerdì 10 maggio 2013

COME AVERE MAGGIORE FIDUCIA IN SE STESSA


L’autostima non è una qualità innata. Alcuni ne hanno da vendere, altri ne hanno davvero troppo poca. Ma perché è così importante? E, soprattutto, cosa fare per avere più di fiducia in se stessa?
Perché è importante?Chi non ha fiducia in se stesso non fa altro che sottovalutarsi, non immaginando minimamente che gli altri possano riconoscergli delle qualità. La mancanza di autostima gli impedisce di prendere l’iniziativa e di farsi avanti. A che serve provare, se nessuno crede in te? Ma così si perdono un sacco di occasioni!
Poi, ci sono le persone poco sicure di sé che, per sentirsi a loro agio, recitano una parte e costruiscono un’immagine di sé che, in realtà, non appartiene loro. Queste persone avranno serie difficoltà nel trovare la propria strada e nel vivere pienamente la loro vita.
L’autostima, invece, permette di avere fiducia in se stessa, di pensare in modo autonomo e di agire con maggiore libertà, conferendo, così, rendendo autentici i rapporti con gli altri e permettendoci di sentirci realizzati.

Come recuperare?
Se non hai fiducia in te stessa, devi prendere coscienza del fatto che anche tu hai una personalità. Devi avere le idee ben chiare su quello che sei davvero: una persona unica, con delle passioni, un carattere, dei gusti... In seguito, prova a valorizzare le tue qualità, ciò che sai fare meglio: la tua capacità d’organizzazione, quella di ascolto, il tuo talento culinario... Di sicuro c’è un campo in cui ti senti più a tuo agio! Non esitare, quindi, a fare una lista delle tue qualità nero su bianco, per prenderne davvero coscienza.
Devi anche saperti liberare dai giudizi ricevuti durante l’infanzia o l’adolescenza. Molto spesso, la mancanza di autostima è causata da parole o critiche negative ricevute durante queste importanti fasi del processo di crescita.
Le 5 regole dell’autostima
1 – L’accettazione
Devi riconoscerti il diritto di avere delle opinioni, dei pensieri, dei comportamenti. E accettarli, non denigrarli o negarli mai. Nella vita di tutti i giorni, quindi, devi sforzarti di esprimere il tuo punto di vista nelle discussioni, anche se va contro la posizione degli altri, e anche se immagini che non sia interessante. Per iniziare, prova a farlo con un pubblico ristretto, in famiglia, per esempio. Poi, quando inizi a sentirti più a tua agio, esprimi la tua opinione ai tuoi amici. E, alla fine, prova a farlo in ufficio, con i colleghi e durante le riunioni.
2 – L’affermazione
Sii autentica nelle tue relazioni, non cercare di forzare la realtà per piacere agli altri. Non copiarli, perché ognuno possiede il proprio modo di esprimersi. Per esempio, prova a comprare dei vestiti che ti piacciano davvero, invece di copiare sempre il look della tua amica super chic! Osa: dì al tuo partner che non hai amato per niente quel film che, invece, a lui è piaciuto tanto.
3 – Fissa degli obiettivi
Delle sfide quotidiane. Per farlo, devi conoscere le tue capacità e i tuoi limiti, fissandoti degli obiettivi realizzabili. Vai piano, per gradi, aumentando progressivamente la difficoltà delle tue prove. In seguito, osserva i risultati per renderti conto di cosa hai bisogno di cambiare in te stessa. Analizzare i propri errori permette di capire dove si è sbagliato evitando, così, di ripeterli.
4 – Sdrammatizza
Ripeti mattina e sera: “posso riuscirci”, “ho le capacità per questo lavoro “sono la migliore”... Il pensiero positivo ti permette di recuperare un po di fiducia in te stessa e smettere di vedere tutto nero. Ma se vuoi che questo metodo sia efficace, devi credere davvero nelle tue forze!
5 – Affronta le situazioni che temi
Invece di evitare le situazioni che ti mettono a disagio, devi affrontarle e andare avanti. Non abbassare lo sguardo quando ti guardano, se uno sconosciuto ti rivolge la parola, rispondi e rilancia la discussione... La cosa più importante è fare nuove esperienze per poter affrontare, un po’ alla volta, le situazioni che ti angosciano di più.

LA GELOSIA


Lui guarda una bella ragazza per strada, e dentro di te scatta subito la gelosia. E' normale? Come tenere sotto controllo questo spiacevole sentimento? Spiegazioni.
L'espressione di una pauraSecondo la definizione del dizionario la gelosia è: un sentimento di dolorosa inquietudine di una persona che, provando un desiderio di possesso esclusivo, teme un'infedeltà da parte della persona amata. E' dunque un miscuglio di paura e di collera: paura di perdere chi si ama, e rabbia di vederlo interessarsi a un'altra persona. Dietro alla gelosia  si nasconde un vero e proprio desiderio di possedere l'altro, di controllarlo.

Le origini della gelosia
Secondo Freud, è normale essere gelosi. Questa emozione ha le sue radici nell'infanzia: infatti proviamo tutti il bisogno di essere amati, e fin dall'infanzia. Vogliamo addirittura essere i preferiti dei genitori. All'arrivo del fratellino o della sorellina, abbiamo paura di essere abbandonati, trascurati, e che tutta l'attenzione vada all'ultimo arrivato. E' cosi' che nasce la gelosia nei confronti di fratelli e sorelle.
Molti anni dopo questa esperienza si ripete, e questa emozione riaffiora con il nostro partner: ci dimostrino tutti un po' gelosi, in un'occasione o in un'altra.
Ma, se questo sentimenti diventa più opprimente, significa soprattutto che non si ha fiducia in su stesi
La persona gelosia dubita non solo della fedeltà dell'altro, ma soprattutto di se stessa, del suo fisico, delle proprie capacità di seduzioni. Pensa di non meritare l'amore del partner.
Le astuzie per sconfiggere la gelosia
Ecco qualche semplice astuzia da mettere in pratica nella vita di tutti i giorni, per sconfiggere la gelosia.
Fai la lista delle situazioni che scatenano in te la gelosia, e analizzale obiettivamente. Inverti i ruoli, e chiediti se il tuo uomo farebbe bene ad essere geloso ogni volta che guardi o che parli ad un altro. In questo modo imparerai a relativizzare.
Comunica. Condividi con il tuo partner dubbi e paure, senza per questo spaventarlo. Digli che ci stai male quando non riesce a distogliere gli occhi dalla scollatura della tua amica. Vedrai, non rimarrà indifferente alle tue emozioni.
Staccati dal tuo partner. Trascorrete del tempo ognuno per contro suo, tu con le tue amiche e lui con i suoi amici. Approfitta di questi momenti di liberà ed evita di assillarlo con migliaia di domande quando torna a casa.
- Insieme al tuo uomo, fai una lista di tutte le tue doti, delle tue qualità fisiche, di quello che gli piace di te. Ogni volta che senti crescere la gelosia, rileggi questa lista, per rassicurarti e non perdere di vista che ama te e non quella bionda dalle gambe che non finiscono mai.
Quando la gelosia diventa una malattiaEssere infastidita quando il tuo uomo guarda un'altra è una cosa. Ma spiarlo, frugare nelle sue tasche, leggere i messaggi sul suo cellulare, è un'altra. In questo caso la gelosia si sta trasformando in ossessione. Si inizia a cercare gli indizi del tradimento, a deformare tutto quello che il partner fa o dice. Quando la gelosia diventa patologica la cosa migliore è andare da uno specialista, per riprendere il controllo della situazione e ritrovare fiducia in  stessi e nel proprio partner.

NON SI MUORE PER AMORE


Si tratta di un evento più o meno tragico che spesso dà la stura a una serie di comportamenti che possono oscillare tra l’irrazionale, l’aggressivo e l’autolesionista. Tutte cose che a ragion di logica non andrebbero fatte, ma che in quei momenti sembrano l’unica soluzione.
Amiche, sappiate che  e che prima si accetta la perdita, prima ci saremo dimenticate di averla subita. Senza un’accetta
non si muore per amorezione di tutto questo qualsiasi percorso è inutile.
Inizialmente, in particolare se la fine sopraggiunge in maniera improvvisa, si tende aminimizzare. Si pensa/spera che l’altro ritornerà, che ha confuso qualche suo dubbio o quant’altro come mancanza d’amore. Il più delle volte rimane un’illusione…
Una volta capito che l’amore è realmente finito, si sprofonda in una straziante sofferenza. Bisogna a questo punto concedersi  senza remore una fase di lutto. In questo periodo, che ha durata diversa a seconda della persona, bisogna far uscire fuori tutto il nostro dolore, non vergognarsi per qualche lacrima o… fiumi di lacrime, non siamo dei robot.
Quello di cui avremmo bisogno ora è avere accanto persone che semplicemente ascoltandoci raccolgono il nostro dolore alleviandoci un po’ la sofferenza.
Oltre che il dolore, anche la rabbia non deve essere sottovalutata, bisogna cacciarla via quanto prima. Non vi consiglio certo di rigare macchine o avvelenare cibi, magari, però, una partitina a freccette tra amiche potrebbe starci. Il bersaglio? Em… a voi la scelta!
Altro consiglio importante che vi do è il distacco assoluto dalla persona che ci ha lasciato. Spesso per soffrire meno si tende a mantenere un minimo di relazione… non c’è cosa più sbagliata. In questo modo prendiamo in giro noi stesse, non facciamo che illuderci prolungando così l’agonia.
Agire, questo bisogna fare! Dobbiamo pensare più che mai a noi stesse per riempire ogni vuoto lasciato. Trovare nuovi interessi prima di tutto, certo questo non riempirà quel vuoto ma sicuramente ci aiuterà a non pensarci 24 ore al giorno.
La fine dell’amore rappresenta anche un momento di crescita, di rafforzamento delle proprie capacità di superare le difficoltà. Se ci riusciremo, saremo sicuramente più forti e più maturi di prima.
L’alleato migliore per la fine di un amore è, senza alcun dubbio, il tempo che con il suo trascorrere cicatrizza ogni ferita.
Per quanto doloroso e lento possa essere questo percorso di superamento della fine di un amore, arriverà un momento in cui vi accorgerete di essere guariti e quel momento sarà senza dubbio per voi una rinascita, sarà come svegliarsi da un letargo che ci ha fatto perdere istanti magnifici della nostra vita ma che ci farà apprezzare ancora di più tutto quello che verrà.
Non siete o sarete né le prime né le ultime a essere lasciate, sono cose che capitano a tutti e non sarà certo piangendo, addossandovi colpe che non avete o guardando il cellulare che non squilla che supererete la cosa… Forza di volontà, grinta e AMOR PROPRIO, saranno queste le cose che vi aiuteranno poi a guardare questa fase della vostra vita con il sorriso sulle labbra.
Amiche mie, come diceva Lucio… che non si muore per amore è una gran bella verità.

martedì 7 maggio 2013

COME ELEVAR UNA RELAZIONE A DISTANZIA


L’estate è un periodo decisamente florido per quanto riguarda flirt e passioni di una notte, ma a volte in vacanza si trova anche l’amore e una volta tornati a casa ci si ritrova alle prese con una relazione a distanza. Interminabili telefonate e weekend in capo al mondo possono anche essere divertenti all'inizio  ma a lungo andare si rischia di cadere in una routine noiosa oltre che faticosa. Servono idee quindi, qualcosa che riesca a rendere speciale ogni istante, nonostante i chilometri che separano i due amanti.
Superare l’assenza fisica del partner non è facile, supponendo che sia la stessa cosa anche per l’altra parte in causa si può sempre cercare di rendere la distanza meno dolorosa inviando spesso piccoli doni. Non è necessario investire un patrimonio in rose rosse e oggetti preziosi, ma non c’è nemmeno bisogno di aspettare un’occasione per far sentire la nostra presenza spedendo qualcosa di simbolico o oggetto personale che magari coinvolga più sensi: un cd, una felpa col nostro profumo,biscotti fatti a mano e così via.
Grazie alle webcam e alla moderna tecnologia alcune cose quotidiane possono essere fatte insieme anche se ci si trova dall'altra parte del pianeta. Magari il Cyber sesso non fa per tutti, ma ci si può comunque organizzare per una cenetta a lume di candela, preparando lo stesso menù e consumandolo contemporaneamente chiacchierando via Skype. Certo, non è proprio la stessa cosa, ma può diventare un piacevole appuntamento settimanale.
Quando si è lontani anche condividere ogni singolo istante può mancare molto, si può provare a raccontarlo al telefono, ma verrà sempre a mancare qualche dettaglio importante e alla fine della chiamata rimarrà sempre qualcosa di non detto. Perchè non raccontare tutto attraverso un blog in formato coppia? Fotografie, canzoni, spezzoni di film possono aiutare a trasmettere le emozioni oltre che i fatti in sé e se entrambi collaborano al racconto il risultato potrebbe essere davvero divertente.
Insomma, la lontananza è sempre difficile da superare, ma grazie alla tecnologia è diventata un po’ più sopportabile, l’importante è usare un po’ di fantasia per sfruttare al massimo tutti i mezzi che abbiamo a disposizione per accorciare le distanze.

martedì 30 aprile 2013

IL DIVORZIO, LA FAMIGLIA,


Un grosso riassestamento è necessario quando i genitori si separano o divorziano. Nei figli si verifica quasi sempre una sorta di terremoto emotivo che non è possibile assorbire all’istante e che richiede del tempo per essere elaborato, oltre che alcune attenzioni da parte degli adulti. I figli possono già avere sentito parlare di separazioni  e divorzi, ma tutto cambia quando la cosa li tocca direttamente e cominciano a sperimentare la relazione con “un genitore per volta”. Che fare, in concreto, per loro?

 

Una famiglia, tante famiglie


La famiglia è una istituzione misteriosa se si considera che è sempre esistita in tutte le società umane del presente e del passato, ma che può avere strutture molto diverse. Se prendiamo, per fare un esempio, la famiglia “multipla” contadina della pianura padana della prima metà del Novecento (quando più coppie di sposi e la loro numerosa figliolanza vivevano sullo stesso podere e in un unico caseggiato) vediamo che essa era molto diversa  dalle  famiglie cittadine nucleari o seminucleari di oggi, composte da due o un solo genitore e un numero assai ridotto di figli. Analoga differenza esiste tra queste ultime e le famiglie del post-divorzio, composte da due seminuclei che si uniscono. In altre culture  può accadere che il capofamiglia sia il fratello della madre, lo zio materno, oppure la nonna.

Insomma, la famiglia può assumere connotazioni molto diverse in quanto tende ad adattarsi alle condizioni di vita, alle esigenze di lavoro e di sopravvivenza degli individui e delle comunità. I bambini, dal canto loro, sono inclini ad accettare ciò che trovano: per loro va bene la famiglia in cui nascono, purché abbia alcune prerogative irrinunciabili. In famiglia, loro, devono poter trovare ciò di cui hanno bisogno e cioè: affetto, rispetto dei tempi di sviluppo e di loro stessi come individui, disponibilità e responsabilità degli adulti, stabilità, sostegno nella crescita, autenticità nei rapporti. A traumatizzarli sono i cambiamenti improvvisi, le perdite delle figure di attaccamento, le liti ripetute e croniche, l’indifferenza, il caos educativo, l’assenza di linee di condotta, la solitudine, l’abbandono.

Un grosso riassestamento è necessario quando i genitori si separano o  divorziano. Nei figli si verifica quasi sempre una sorta di terremoto emotivo che non può essere assorbito all’istante e che richiede del tempo per essere “elaborato” e alcune attenzioni da parte degli adulti. Essi infatti hanno già sentito parlare di separazioni e divorzi, ma tutto cambia quando la cosa li tocca direttamente.


Dire la separazione

Sono pochi i figli che desiderano la separazione dei genitori; ciò accade soltanto quando le violenze e i litigi sono continui o eclatanti e loro sono abbastanza grandi da capire che non c’è altra via d’uscita. In casi del genere possono essere loro stessi a suggerire ai genitori di separarsi. In tutti gli altri casi i figli subiscono la scelta dei grandi, l’assenza del genitore lontano, e se le ostilità continuano (se sono strumentalizzati come portatori di messaggi sgradevoli, istigati contro l’uno o l’altro genitore) possono soffrire, vivere sensi di ansia, di colpa, di vergogna, fare tentativi per rimettere insieme papà e mamma, cercare di proteggerli, di risolvere i loro problemi… tutto ciò a spese della spensieratezza, dei giochi, dello studio.
Nei bambini c’è la paura latente di poter essere abbandonati e il divorzio rende reale e tangibile questa paura. L'intensità dell’emozione varia però in rapporto alle azioni e reazioni dei grandi. E' massima quando vi è una forte conflittualità e i genitori non comunicano ai figli la loro decisione, non li rassicurano sul fatto che continueranno a vederli, mostrano di non avere il controllo della situazione. Uno dei compiti delle coppie che si separano è perciò quello di spiegare ciò che sta avvenendo. Un altro è quello di non coinvolgere i figli nelle loro dinamiche sentimentali, di non strumentalizzarli per “vincere” sull’ex partner attraverso di loro.
I figli devono poter assorbire questo cambiamento esistenziale (che loro non hanno ricercato) senza grossi traumi e per questo servono parole chiare e rassicuranti. Hanno bisogno di ritrovare al più presto la tranquillità e per questo serve anche saper tacere su particolari che possono turbarli o mettere in cattiva luce un papà o una mamma cui sono affezionati, in cui si identificano o di cui hanno bisogno per essere rassicurati sulla loro identità di maschio o di femmina. I figli che diventano i confidenti dei genitori devono reggere un carico troppo pesante per le loro spalle.    
Un primo passo consiste, dunque, nel comunicare che i genitori si separano. Il genitore che se ne va urlando e sbattendo la porta  può creare un vero e proprio trauma; il figlio si sente abbandonato, impotente e non di rado colpevole. Anche il padre che scompare per lungo periodo adducendo un viaggio, un impegno di lavoro, può generare angosce e tormenti. Un bambino può pensare che non lo rivedrà mai più, che sia morto. 

Nel comunicare la notizia bisogna essere chiari ma non dilungarsi: generalmente i bambini sono troppo scossi per poter sentire altre spiegazioni. Si tornerà sull’argomento in seguito, rispondendo alle loro domande e chiarendo che loro non hanno alcuna colpa per quanto è accaduto.

E’ preferibile, se possibile, che la notizia venga data da entrambi i genitori insieme. Questo elimina la possibilità che il bambino pensi “forse papà non desidera separarsi veramente” o “posso cercare di convincere mamma a cambiare idea”. Se questo non è possibile, bisogna spiegare chiaramente che si tratta di una decisione presa di comune accordo: “mamma e io abbiamo deciso…”.

Le spiegazioni che i bambini si danno dei fatti che succedono rispecchiano ciò che diciamo loro oltre che la loro conoscenza del mondo e i loro bisogni emotivi. Un bambino di 4, 5, 8 anni a cui non sia stata data la notizia della separazione o sia stata detta una bugia o una mezza verità, può pensare che papà se n’è andato perché lui non  vale nulla, e questa considerazione può essere all’origine di autosvalutazione e risentimenti. E’ il caso di Sonia, una bambina vivace di 4 anni e mezzo, che non vede suo padre da circa tre mesi, né ha avuto sue notizie. Le è stato detto che papà è partito per un lungo viaggio. Da qualche tempo, Sonia, ha incominciato a parlare a un papà immaginario e spesso dice che il suo vero papà è il nonno. Quando alla fine papà la chiama al telefono, lei rifiuta di parlargli, lascia cadere la cornetta e scappa via dicendo “brutto… brutto…”. Il fatto si ripete più volte. In seguito, però, chiederà alla baby-sitter l’indirizzo di papà per inviargli una cartolina. Prendere l’iniziativa di rifiutare o accettare il contatto col genitore che l’ha “abbandonata”, dà l’impressione a Sara di riacquistare il controllo sulle scomparse e i ritorni di papà.

E’ meglio annunciare la decisione prima che sia messa in pratica. Se ne parla senza perdere la calma, senza accusare, senza fornire dettagli inutili o angoscianti e consentendo ai figli di porre domande, di esprimere il loro dispiacere e i loro timori. Si spiega che è una questione loro, che i figli non hanno né colpe né responsabilità, che l’amore di papà e mamma resta immutato, che il genitore che si allontana da casa si terrà in contatto e li vedrà spesso, che continuerà ad occuparsi di loro. I figli devono avere la sensazione che la situazione, sia pure spiacevole, è sotto controllo.

Fin dall’inizio i genitori deve sforzarsi di tenere separati i propri sentimenti da quelli dei figli. A parte casi particolari (l’altro è violento, malato di mente, alcolista, criminale, ecc.)  non si chiede di schierarsi con l’uno o con l’altro, né li si manipola sfruttandone l’ingenuità. Non si mettono loro in bocca giudizi o accuse. Non li si istiga contro l’ex in modi più o meno subdoli. Bisogna resistere alla tentazione di usarli come messaggeri o “spie”: poiché si fidano di noi essi rischiano di diventare il nostro capro espiatorio. Assimilando il messaggio al messaggero, possono arrivare a dubitare delle proprie percezioni, confondersi e alla fine convincersi di essere loro la causa di problemi di cui non hanno alcuna responsabilità. E man mano impareranno ad usare quelle stesse strategie di manipolazione che sono state usate con loro…


Parole per crescere

Se, travolti dal risentimento e dalla collera nei confronti dell’ex, non si riesce a pensare anche ai figli, meglio appoggiarsi a qualcuno capace di tranquillizzare i bambini, di spiegare che stanno passando un periodo difficile, ma che col tempo le cose cambiano e migliorano. Molta della nostra comunicazione passa attraverso il linguaggio del corpo, i ritmi e le abitudini, bisogna cercare perciò, soprattutto con i più piccoli, di alterare il meno possibile le loro routine (orari dei pasti, del sonno, dei giochi all’aperto, del bagno, ecc.) che, in momenti di turbolenza, rappresentano dei punti di riferimento sicuri, garantiscono stabilità, continuità. Mauro, 7 anni, ha una notevole proprietà di linguaggio. Parlando ad una amica di famiglia esprime con queste parole il senso di precarietà che sta vivendo: “mamma non è quasi mai a casa la sera”“nessuno mangia più alla stessa ora”“i miei genitori non fanno più nessuna attenzione a me, non mi ascoltano nemmeno”, “dobbiamo fare economia perché papà non ci dà i soldi… secondo te diventeremo molto poveri?”.

Mauro è preoccupato perché ha la sensazione che i suoi genitori abbiano perduto il controllo di loro stessi e dei figli, non rinuncia però a parlare, alla ricerca di spiegazioni che possano rimettere ordine nella sua vita e ridargli fiducia. I bambini separati hanno bisogno della parola più degli altri. Se in una famiglia unita, dove c’è un’intesa di massima, tante cose possono essere taciute e una semplice occhiata è sufficiente per intendersi, quando ci sono dei problemi, parlare diventa indispensabile, sia per poter affrontare tutte le questioni pratiche connesse al cambiamento, che per consentire ai sentimenti di emergere. Non si può far finta che nulla sia accaduto, che tutto sia com’era prima. Ecco alcune domande tipo e relative risposte.

D. Papà se ne è andato perché non mi vuole bene? (5-10 anni)
R. No, assolutamente. Non pensare mai una cosa del genere. Mamma e papà non erano più felici insieme, litigavano spesso così hanno deciso di separarsi. Litigare sempre è brutto. Papà continua a volerti bene come prima e se è possibile anche più di prima.

D. Nessun altro  in classe ha i genitori separati… (6-12 anni)
R. E’ un caso. In altre classi ci sono altri bambini i cui genitori sono separati. Non ti devi sentire a disagio. A volte quando ci sentiamo diversi dagli altri per qualcosa ci vergogniamo, ma è sbagliato. Sarebbe come se, in Africa, un bambino bianco dovesse vergognarsi perché tutti gli altri hanno la pelle nera. Anche se sei l’unico, in classe, ad avere dei genitori separati, la tua non è una condizione eccezionale o strana; non c’è un solo tipo di famiglia, ci sono famiglie con due genitori, famiglie con un solo genitore, famiglie in cui sono anche i nonni, famiglie senza figli, con un solo figlio, con molti figli e ci sono anche famiglie in cui c’è un patrigno o una matrigna. Come vedi le famiglie sono diverse una dall’altra.

D. Papà se ne è andato… te ne andrai anche tu?… (6 anni)
R. Ma che ti viene in mente! Io voglio stare con te, voglio restare in questa casa vicino a voi due che siete i miei figli. Papà se ne è andato soltanto perché io e lui non andavamo d’accordo. Lo sai che lui vi vuole bene…
D. Di notte, quando mi sveglio e penso che papà non dorme più qui ho paura… (7 anni)
R. E’ normale che questo succeda, ogni cambiamento porta con sé qualche problema. Ma nella vita bisogna saper affrontare i cambiamenti e vincere le paure. Non è detto che tu ci riesca subito, ma col tempo ci riuscirai. Se qualche notte hai paura, svegliami senza problemi, parleremo un po’ insieme.

Alcuni bambini hanno fantasie di riunificazione che li portano a fare dei tentativi per rimettere insieme i genitori, per convincerli a riconciliarsi. A volte, più o meno inconsciamente, possono anche creare le condizioni per un incontro: combinando qualche guaio, andando male a scuola, rifiutandosi di tornare a casa dopo le vacanze, ecc. In questi casi, pur mostrando comprensione, bisogna essere fermi.

D. Voglio che papà torni a casa con noi…
R. So che ti dispiace, lo capisco… ma nella vita ci sono tanti cambiamenti e bisogna imparare ad affrontarli. Adesso ti sembra difficile, ma man mano ti abituerai. Anche nonna mi ha detto che tu vorresti che tornassimo insieme, ma questo purtroppo non è più possibile, davvero. Tu però puoi incontrarti con papà  e sentirlo al telefono ogni volta che lo desideri.

Le cose si complicano quando uno dei due genitori non accetta la separazione. Un figlio può allora farsi interprete del desiderio del genitore che più soffre per la separazione escogitando “soluzioni” per incontri. Anche in questi casi è importante scoraggiarlo, chiarendo che sono questioni che riguardano soltanto la coppia. Fino a quando un bambino non rinuncia ai tentativi di conciliazione, resta teso, inquieto e non si adatta al cambiamento.

Passato un periodo iniziale, più o meno lungo, generalmente, i figli, si adattano al nuovo stile di vita. Per facilitare l’adattamento è bene sottolineare gli aspetti positivi della nuova condizione.

D. Preferivo fare le vacanze con tutte e due…
R. Certo, eri abituato così… ma cerchiamo di vedere anche i lati positivi: fai due vacanze, vedi luoghi diversi, conosci persone diverse, ti abitui a viaggiare. Natale e compleanno li festeggi due volte… molti sarebbero contenti di raddoppiare le feste, non credi?
D. Io qui ho tutti i miei giocattoli, nella casa di papà non ci sono le mie cose…  
R. Man mano porterai dei giocattoli nella casa di papà, un pigiama, degli abiti, dei libri che resteranno lì e che, se vorrai, qualche volta porterai da una casa all’altra. Chi l’ha detto che bisogna avere soltanto una cameretta? Avrai due camerette, non una! Adesso ti sembra strano perché non ci sei abituata, ma tra un anno o due ti sembrerà normale. Avrai l’impressione di essere sempre vissuta così. L’importante è che tu ti senta a casa anche da papà. Se ti senti un ospite in visita, lo devi dire a me e a tuo padre.

Per impostare correttamente il dialogo sul tema del divorzio, della separazione, serve conoscere le esigenze dei bambini nelle diverse età.  Se si seguono le linee guida indicate nel box  i figli superano più facilmente la fase di emergenza e si adattano man mano alla nuova situazione.

lunedì 29 aprile 2013

COME ESSERE FEDELE PER TUTTA LA VITA


Non si tratta di sapere se il giorno del mio matrimonio sono certo, o certa, di restare fedele per tutta la vita, quanto piuttosto di domandarmi se ho proprio deciso che l'uomo, o la donna, della mia vita siano quello, o quella, che ho scelto. Ogni giorno siamo chiamati a rinnovare l'impegno preso in Chiesa il giorno del nostro matrimonio, nel «sì» che diciamo liberamente all'altro in ogni atto della vita quotidiana: «lo mi dono a te e ti ricevo». Essere fedeli significa crescere insieme in questo dono reciproco che è iniziato il giorno del nostro matrimonio e che si dispiegherà sempre di più col passare degli anni. Ci vuole tempo per crescere, per costruirsi. E' un progetto da inventare insieme. E' poter dire all'altro: «Qualunque cosa succeda io sarò con te, nei tuoi momenti felici e in quelli tristi».
  •  Fedeltà è, per esempio, la testimonianza di questa donna che, avendo perso il marito dopo cinquant'anni di vita comune, affermava: «Avevamo ancora tante cose da dirci!». Credere nell'altro, sperare nell'altro, essere attenti all'altro, questo è il cammino della fedeltà. Cammino a volte difficile, esigente, ma fonte di felicità e di  pienezza.
  •  Essere fedeli non significa tuttavia essere immuni da tentazioni. Se la fedeltà è un cammino, una costruzione, devo imparare a rispettare quei segnali che mi aiutano a restare fedele. L'indifferenza verso l'altro ucciderà la fedeltà: non avere un po' di tempo da dedicargli, mettere prima di tutto la mia carriera, la mia realizzazione personale, le mie attività sportive, musicali... i miei amici e le mie «pubbliche relazioni»... Sono libero, voglio conservare la mia libertà,... A poco a poco la comunicazione non esiste più, ognuno vive per se stesso invece di vivere per l'altro e a questo punto, insoddisfatti e messi davanti alle molteplici tentazioni della vita, si è tentati di rompere la fedeltà promessa.
  •  Occorre un'attenzione vigile, va messa una «custodia» sul nostro cuore, sui nostri occhi, sul nostro corpo e sul nostro linguaggio per preservare la nostra fedeltà come si preserva un tesoro prezioso. Le tentazioni del mondo in cui viviamo sono forti : pornografia ostentata, banalizzazione dell'alto sessuale, ricerca del piacere per se stesso, provocazioni della moda, films che danno valore all'infedeltà,... Tanti disordini che possono ferirci nella nostra fedeltà. La promessa di fedeltà ci appare come un'audacia, un rischio in cui solo Dio, che è eternamente fedele, può garantire la nostra fedeltà. Più accoglieremo l'altro attingendo all'amore di Dio, più crescerà la nostra fedeltà.
  •  Il sacramento del matrimonio è la sorgente inesauribile alla quale, ogni giorno, potremo attingere per alimentare la nostra fedeltà quotidiana. L'amore che scaturisce da Dio può vincere la scommessa della fedeltà, ricordando in ogni momento questa parola che Gesù rivolge ad ognuno di noi: 


COME FARE RESISTERE UNA ISTORIA D'AMORE


Tutta la nostre vita basata su rapporti di amore, amicizia, relazione, lavoro. sarebbe inutile se tutto ciò non esistesse.
E’ necessario avere sempre accanto qualcuno con cui poter relazionare, confrontare, consigliare, condividere momenti belli o brutti, anche se alle volte le diversità di pensiero portato ad avere degli scontri che se avessimo un po più di buon senso, ed elasticità di pensiero potremmo evitare.
Bisogna soprattutto capire gli altri, condividere il loro modo di agire e pensare, accettarlo anche se le nostre idee non collimano con la persona che sta dall'altra parte, e non lasciarci travolgere dall'ira e dalla ribellione che avvertiamo in noi come se avessimo dentro un vulcano pronto ad esplodere.
Dobbiamo soprattutto recepire, che non tutto quello che noi pensiamo o facciamo corrisponde al giusto, ed accettare con ragionevolezza tutto quello che l’altra parte ci comunica, discuterne, confrontarci e soprattutto stare ad ascoltare la persona che ci sta di fronte, è inevitabile che in un rapporto a due nascano divergenze per differenze caratteriali o di pensiero, tocca a noi con tanta intelligenza saper gestire la situazione con molto altruismo e consapevolezza.
Cerchiamo di risolvere i nostri problemi con la persona amata con dignità e maturità senza mai pensare di vendicarci per poter risolvere un problema, se ci comportassimo così sarebbe soltanto come la risposta di un bambino a cui non hai voluto dare un giocattolo, quindi donne  in qualsiasi situazione dimostrate la vostra maturità.
Ascoltare, ascoltare. ascoltare, è quello che non siamo abituati a fare coinvolti dal nostro ” io ” dalle nostre ragioni, dalla voglia di difenderci, quindi comprensione, calma, consapevolezza, è tutto ciò che dobbiamo mettere in atto per continuare la bellissima storia d’amore con il nostro uomo.

giovedì 25 aprile 2013

SI PARLA DI DEPRESSIONE


Si Parla Spesso de depressione nel Quadro Generale delle Nazioni Unite o, Nello Specifico, di Depressione post-parto o dopo eventi il Che SI possono rivelare traumatici per la persona il Che li vive. Una Realtà diffusa, ma non trattata con la medesima ATTENZIONE, E La Depressione conseguente Il Giorno del sì : Il matrimonio può infatti Essere Causa di Momenti bui Nella donna, di Momenti di giù il Che vanno affrontati Nel Modo Giusto. Vediamo venire.

Nella Depressione post-matrimonio Si Può Cadere fácilmente, per svariati Motivi: i preparativi delle nozze, l'ansia Che derivati ​​dall'attesa di Quel Giorno, il doversi poi abituare un Ritmi ea Dinamiche di Vita Differenti, Sono Tutte causa di Una possibile Depressione , SOPRATTUTTO SE il soggetto il Che SI ritrova a Vivere Tutto cio ha Onu Carattere fragile.
Un Fattore diffuso e Il Senso di solutudine : chi prima del matrimonio non conviveva ed era quindi abituato alle attenzioni dei genitori, dei fratelli o delle proprie sorelle, puo da subito ONU Forte Senso di Perdita affrontando La Nuova Vita al Fianco di ONU Marito talvolta assente una . Causa del Lavoro
Vediamo venire ovviare a this situazione e venire scongiurare L'arrivo di QUESTO Stato d'animo:
- Accetta il Cambiamento : il Primo Passo per EVITARE di Cadere nella sezione Un Eventuale sconforto Consiste Nel Capire il Che Nella Vita SI DEVE Crescere. I cambiamentei Arrivano, le PERSONE Maturano e vanno avanti per la Loro strada. A Voi non Resta Che fare lo Stesso, e il matrimonio E Fatto per permettere di iniziare QUESTO percorso non da soli, ma a tempo debito.
- Alle prime avvisaglie di solitudine o di noia, Semper Parlane con il compagno . Attenzione a farlo però Nel Modo Giusto:. Vietato lamentarsi, argomentate e affrontate la Cosa a Mente lucida e con spirito d'Indagine L'idea: per le sposine casalinghe e il Che possono avvertire ONU Senso di solitudine Maggiore RISPETTO un chi ha Ritmi di Lavoro Serrati , c'e la possibilita di riempire QUESTO vuoto in Molteplici modi, Dagli hobby alla cura di animale domestico delle Nazioni Unite, il Che Cosa riempie di gioia e AIUTA a temprare Caratteri non Molto Forti.
- Accettate l'incognita del Futuro: Spesso l'ansia pre-nozze sfocia in UNA paura, Quella Che la persona Scelta non SIA la persona Giusta. Una paura Che Puo Andare Oltre Il Giorno del SI, QUANDO Tutto solitamente torna a Posto. In QUESTO funzione caso bisogna saper Lavorare su se Stessi, sul Proprio rapporto, scacciando le inutili illazioni e Gli scherzetti il ​​Che La mente talvolta tende a tariffa.
- Se la situazione non E invece gestibile, Si avverte Onu Malcontento forte, un'incompresinsibile irrequietezza e ONU Senso di disagio Nel rapporto, E Il caso di chiedere l'Aiuto di Uno specialista.La Depressione e Una vera Malattia e va trattata da favola prima il Che conduca a conseguenze disastrose per se Stessi e per la coppia.

mercoledì 24 aprile 2013

6 CONSIGLI PER DIRLI DI NUOVO "SI" ALL'AMORE


Si potrebbe pensare che sia più facile lasciare, che essere lasciati. Ma non è sempre così semplice! Sul momento, si ha l’impressione di non riuscire più ad alzarsi. Fortunatamente hai ben altro da fare e non c’è tempo per abbatterti… Mostrati decisa a non respingere le frecce di Cupido. Ecco qui « la prova del 6 »!
Dopo aver a lungo riflettuto sul da farsi, hai preso la decisione giusta, l’hai annunciata e accettata. Rompere è il primo passo. Rispettarlo, e ricominciare poi, si rivela essere, talvolta, un vero percorso ad ostacoli. I nostri consigli per smetterla di piangere e cominciare a rialzarsi.

Resistere!

L’hai lasciato… La parte più difficile è andata, o almeno questo è quello che credi. Dopo aver tirato un sospiro di sollievo, arrivano presto nuove prospettive e punti di vista a tormentarti. Spesso provengono dal tuo entourage più stretto (amici, famiglia e colleghi di lavoro). Alcuni ti sostengono con un « Hai fatto bene, non ti meritava », o un « Ti sei liberata di un bell’impiccio ». Altri al contrario intonano un « Non troverai mai di meglio, era una perla rara… »
Il consiglio: « Queste osservazioni sono il riflesso della tua ambivalenza interiore », nota Patricia Delahaie autrice di « Comment guérir du mal d’amour » (« Come guarire dal male d’amore » [N.d.T.]). Anche se la decisione è maturata nel tempo, una volta consumata la rottura, le domande sulla scelta che hai fatto sono inevitabili. Annotati in un quaderno il perchè hai deciso di rompere, in modo da ricordartene al momento opportuno, rinforzando così la tua scelta.

Scacciare il senso di colpa!

Quando si è già vulnerabile per la rottura, a volte basta un nonnulla perché il senso di colpa invada il tuo spazio vitale. La maggior parte del tempo si manifesta in reazione ad un supposto errore o a rimorsi intimamente legati all’idea che le cose sarebbero potute andare diversamente. Senza dimenticare la reazione del partner, le eventuali telefonate (tutte alquanto infelici) o il suo aspetto da cane bastonato, che non aiutano di certo… Tutto questo può seriamente mettere a dura prova la tua determinazione a voltare pagina.
Il consiglio : « Il senso di colpa va di pari passo con una responsabilizzazione eccessiva» spiega Patrice Delahaie. Forse tendi a sentirti responsabile della gioia e del malessere altrui? A cominciare dal tuo ex… Ma se esiste una responsabilità di cui farsi carico, è quella del tuo benessere. La soluzione migliore è concederti un po’ di tempo per prenderti cura di te stessa. Fai una lista di tutto ciò che non avevi più il tempo o l’energia di fare quando eri in coppia… E impegnati davvero ».

Accettare la sofferenza!

Se ti senti triste, è normale. Essendo ogni tristezza legata all’idea di perdita, la tua rottura ne è molto semplicemente la causa. Siamo tristi perchè qualcosa è cambiato. É una fase transitoria che deve permetterti di accettare la nuova realtà, occorre elaborare il lutto di ciò che non c’è più. Più facile a dirsi che a farsi!
Il consiglio: « Non si lascia solo un compagno, ma un contesto. E che tu sia o meno all’origine della separazione la realtà non cambia » precisa Patricia Delahaie. La cosa migliore da fare è lasciarsi prendere dall’emozione, esprimendola, piangendo… Molto semplicemente, come farebbe un bambino. Senza preoccuparsi di ciò che ci passa per la testa. Le lacrime hanno la funzione di lavarci dagli agenti stressanti che secerniamo quando siamo sconvolti. Possiamo in seguito concederci il lusso di parlarne e di farci consolare finché non emerga nuovamente il desiderio di stare bene.

Lottare contro il fallimento!

Finire una relazione che non è giusta per noi è prima di tutto una vittoria…Tuttavia il senso di fallimento che ne deriva è quasi inevitabile. Avere iniziato questa rottura permette di sentirsi meno minacciati, ma è una tappa che in ogni caso ti rende vulnerabile.
Il consiglio: «  Ci abbiamo creduto ma, alla fine, la sensazione di non avercela fatta prevale » rivela Patricia Delahaie. Ancora una volta, è questione di tempo. Questo momento di confusione va spesso di pari passo con la rottura, ma dovrebbe poi cedere il passo al sollievo di aver fatto la scelta giusta. La soluzione ? Armarsi di santa pazienza! La situazione sfocerà sicuramente in un nuovo benessere e troverai piano piano un equilibrio.

Fare il punto!

Al momento di una rottura la tentazione di fare tabula rasa, e di rifarsi una vita, è forte. Riscrivere la storia della propria vita partendo da zero. In realtà, si tratta piuttosto di continuare a scrivere, tenendo conto degli errori del passato e di ciò che questi ci hanno insegnato…
Il consiglio: La vita di coppia ti ha fatto attraversare diverse prove, qualunque esse siano, che ti hanno fatto crescere. « Fare il punto, a mente fredda, ci fa progredire » suggerisce Patricia Delahaie. Conoscendoti meglio, ti regali nuove chances per andare verso una direzione che ti si addice maggiormente.

Sperimentare l’ottimismo.

Il pericolo, quando si provoca una rottura, è di urlare forte e chiaro « io non ci casco più! ». Protetta dal tuo muro difensivo, rischi di chiuderti ad ogni altro incontro. Ma se invocare l’aiuto di Cupido, subito dopo la rottura, non è consigliabile, il contrario lo è altrettanto.
Il consiglio: Una volta superato il lutto della separazione (un momento diverso e personale per ognuno), mostrati ottimista. Dopo tutto, gli uomini non sono tutti dei vigliacchi, e le donne non sono tutte seduttrici senza cuore. Abbi fiducia, ritrova il piacere d’amare, a cominciare da te stessa, è senza dubbio il modo migliore per incontrare un nuovo amore, questa volta più in sintonia con la tua personalità

    CRISI DI COPPIA


    E’ noto che, negli ultimi anni, siano aumentati i divorzi e le separazioni, anche in Italia.
    Quale effetto può avere sulla psiche una perdita affettiva dovuta a una separazione, divorzio, più o meno precoce?
    A livello psicologico la perdita affettiva è un momento sempre delicato e un fattore di rischio per problemi o disturbi psichici.
    Le reazioni alla perdita affettiva dipendono dalla personalità di chi subisce la perdita, da precedenti eventi stressanti o traumatici durante la vita, dalle possibilità di accettare gradualmente la nuova situazione, e dalle modalità con cui è avvenuta la perdita.
    Più intenso era il legame tra i partner ed eventuali figli della coppia, più i vissuti di perdita saranno dolorosi durante e dopo la separazione.

    Che cosa è una coppia?
    Una coppia è definita tale quando, a prescindere dal sesso e dallo stato giuridico, condivide tre ambiti:
    -quello affettivo-emotivo
    -quello sociale
    -quello sessuale.
    La coppia entra in crisi quando almeno uno dei tre aspetti è costantemente assente o carente, a meno che non si tratti di sintomi che sono compensatori e che insorgono in un momento di stress, come tentativi di soluzione.
    La relazione di coppia funzionale si caratterizza per impegno, complicità e fiducia, ma anche da momenti di disimpegno, provocazione, ostilità ed estraniazione, sentimenti ed emozioni in contrasto che convivono e che bisogna saper riconoscere, accettare e gestire.
    I problemi ed i disagi sorgono quando si instaurano schemi rigidi di comunicazione e relazione.
    L’analisi e la valutazione di coppia riguarda lo spazio relazionale ( tutti i livelli di relazione).
    Lo psicologo interverrà nel rapporto di coppia prestando attenzione ai cambiamenti dei livelli emotivo, comportamentale e cognitivo e non trascurerà l’evoluzione del contesto e delle interazioni.
    Quando i partner si rivolgono allo psicologo, può essere che abbiano obiettivi differenti.
    Ad esempio: uno di loro vuole cambiare e l’altro no; uno vuole incontri individuali ma l’altro no, etc…
    A volte uno dei due membri della coppia porta l’altro dallo psicologo, mentre quest’ultimo non vuole il suo aiuto.
    Le disfunzioni nascono nei rapporti sbilanciati in modo troppo rigido, con uno dei due che è sempre in posizione dominante e l’altro dipendente, o nei rapporti in cui i membri fanno di tutto per cercare di somigliarsi.
    Una coppia entra in crisi quando, a parte i normali momenti di ostilità e incomprensione, vive la ripetitività, la ridondanza, lo stabilizzarsi di modalità connotate da litigi, contrasti, incomprensioni, il costante ripetersi di un tipo di comunicazione.
    Per funzionare bene in coppia non bisogna necessariamente funzionare ad ottimi livelli.
    Quando la coppia decide di andare dallo psicologo?
    Quando ormai essa è abbastanza disfatta.
    Nella terapia di coppia l’obiettivo non è sempre “rimettere insieme la coppia”.
    A volte, i due partner chiedono di capire se devono rimanere insieme oppure separarsi.
    In una coppia ci sono due processi: uno di separazione e uno di unione.
    Se la coppia è troppo fusa, si perde il processo di individuazione personale.
    Anche fare tutto insieme è pesante, eppure, delle coppie, se non fanno tutto insieme, non si sentono totalmente unite ed hanno paura di disperdersi.
    Bisognerebbe accettare l’altro così come è e non cercare di cambiarlo.
    Il rapporto di coppia perfetto non esiste.
    La coppia non deve necessariamente risolvere ogni problema.
    Su cosa deve focalizzarsi lo psicologo in caso di crisi di coppia?
    E’ importante, in certi contesti, che non si concentri solo sul passato della coppia, in quanto non risolvibile, ma che veda cosa adesso fa sì che entrambi i partner non riescano a comunicare.
    L’incontro con la coppia dura più di un colloquio individuale e di solito la verità sul loro rapporto si sa solo alla fine della seduta.
    L’ intervento non è sul singolo problema che la coppia porta, ma è sul suo spazio relazionale e la possibilità di intervenire sulla modalità di comunicazione della stessa, dove, autonomamente, i membri dovranno trovare forme più funzionali di approccio.
    In base alla tipologia dei problemi presentati dalla coppia, si impostano gli opportuni percorsi atti al superamento delle incomprensioni tra i suoi membri.
    Analizzati gli stati disfunzionali del rapporto in crisi, cambiate le strategie con cui si cercano di superare i problemi, si può assistere a possibili miglioramenti del rapporto tra i due partner.
    Purtroppo, non vi sono solo i casi in cui la coppia in crisi supera i problemi grazie anche alla terapia.
    Alcune coppie si separano senza riflettere bene su ciò che poi la separazione comporterà nella loro vita, tenendo tutto per sé, per vergogna e paura di essere giudicate, quindi senza rivolgersi ad alcun esperto o almeno ai rispettivi familiari, con conseguenze abbastanza spiacevoli.
    Il trauma della separazione dovrebbe essere supportato a livello psicologico, favorendo il cammino di reciproca comprensione degli errori commessi durante la relazione affettiva tra i membri della coppia.
    Si immagini una donna che vuole lasciare il proprio compagno dopo molti anni di vita assieme, durante i quali essi hanno avuto dei figli. Lei lo vuole lasciare poiché da tempo si sente trascurata a vari livelli e il suo interesse per il compagno è man mano scomparso; è piena di ostilità e desiderio di troncare la relazione.
    Lo dice al suo partner e va via di casa, magari portandosi anche i figli.
    Viene spontaneo chiedersi che cosa ne sarà del compagno o, ad esempio del rapporto tra egli e i suoi figli.
    E lei, si pentirà della sua decisione?
    Anche quando la relazione tra due persone sembra finita, troncarla senza permettere a chi viene abbandonato, di capire meglio la situazione, gli arrecherà un danno psicologico non indifferente.
    Allora, soprattutto se si ha in mente di separarsi dal proprio partner, dopo molti anni di vita assieme, e non si è sicuri delle scelte che si stanno per compiere, si consiglia di farsi aiutare con interventi di sostegno psicologico che facciano trovare un percorso di uscita meno doloroso possibile ai principali soggetti coinvolti, prevenendo in essi l’insorgenza di traumi che influenzeranno anche le scelte future.